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London Marathon 2012 e l'emozione continua…

In tempi non sospetti ho sempre dichiarato che, basandomi sulla mia esperienza di maratoneta, se qualcuno mi chiedesse quale e' la piu' bella maratona del mondo (tra quelle definite come big event) sarebbe un dilemma la scelta tra New York e Londra.

Dilemma dovuto piu' che altro alla differenza di annate in cui avevo corso entrambe: Londra 1997 e New York 2004.

Oggi non ho piu' questo dubbio, Londra e' sicuramente la piu' bella, se poi baciata dal sole come quest'anno e come nel 1997.

Per la prima volta mi trovo a correre una maratona in qualita' di "coach" (scusate la parola un po' pesante che non merito, ma rende l'idea) e questa e' sicuramente la prima emozione e vi garantisco non e' semplice essere in questo ruolo, anche se estremamente gratificante.

Mesi passati a rispondere alla domanda: ma arrivero' in fondo? E Poi ancora man mano che i risultati arrivavano: ma arrivero' con quel tempo? Mesi passati a preparare chi, come Valeria, e' entrata in questo mondo strano della corsa a piedi pari e con una convinzione e grinta pazzeschi.

Mesi passati anche a ripetere che la maratona, come amo da sempre definirla io, e' una bella donna molto ma molto esigente che non lascia scappare il ben che minimo errore; bisogna avere sempre rispetto sia che sia la prima volta che la 35esima!

Da un po' di tempo nel mondo della corsa non assaporavo il clima di grande evento mondiale e le emozioni, con tanto di pelle d'oca, si sono sprecate.

E' stato bello vedere negli occhi di Valeria, fin dall'arrivo a Londra quando in taxi venerdi' sera vedevamo gia' le transenne piazzate nelle strade che lei conosce bene, lo stupore per la grandiosita' di questa maratona.

Per inciso questo ha implicato un giro notevole per arrivare in albergo visto le strade gia' in chiusura.

Come succede per le grandi maratone il ritiro pettorale e' molto decentrato e per arrivarci ci vuole un bel viaggetto, gli spazi sono enormi ed il ritiro pettorale e' una banalita' (30 secondi inclusi gli auguri e le spiegazioni della signora), il CHIP e' una specie di tavoletta (avete presente quella che si mette nelle zanzariere, solo un pelo piu' grande) che si fissa alla scarpa con due pezzi di nastrino che chi fa le gare di triathlon/duathlon o bici conosce bene.

Adidas sponsor ufficiale della manifestazione offre uno stand gigantesco e trattenere Valeria dall'acquisto compulsivo non e' semplice!! Solito brulicare di anime all'expo e tra queste incontro l'amico Stefano Luciani forte runner e duathleta del novarese invitato da adidas in quanto negoziante che spende.

Espletato il primo step ci concediamo alla city molto volentieri perche' Londra merita sempre. Cena presto alla sera, niente pasta party ma piatto di spaghetti in uno dei tanti ristoranti italiani e via nanna presto con sveglia organizzata per le 5:30.

Ed eccoci al D-Day, sono emozionato quando scendiamo dal bus Terramia nel grande pratone che ospita le partenze. Valeria non sembra tesa, il prato e' ancora vuoto siamo tra i primi ad arrivare, ma confessera' poi uscendo dal tendone che ci ospitera' per un po' di relax che la tensione e' salita.

Che bello migliaia di persone che arrivano alla spicciolata, ognuno sceglie un angolo di tenda o di prato per effettuare i riti del pre-gara. Andiamo a vedere la logistica, bagni, partenza, camion per la sacca etc…. Prima sorpresa: urinatoio femminile, per quanto mi riguarda mai visto prima, di cui lascero' raccontare a Valeria se scrivera' qualcosa come credo. Anche quello maschile e' diverso da NewYork per esempio quindi niente canaletta in leggera pendenza, ma cose verdi stile autogrill ma in plastica e crema per lavarsi le mani in uscita. Bagni chimici a perdita d'occhio.

Andiamo a vedere il nostro settore : partenza blu griglia 4 su 9.
La tensione sale, sono emozionato Io per Lei, lo start di una grande maratona e' qualcosa che ci si ricorda per molto tempo; sei li' in mezzo a persone che arrivano da tutto il mondo ognuno con le sue aspirazioni, ognuno con il suo modo di interpretare la corsa e la vita perche' no. Il mio compito e' rasserenare questo momento, dire che tutto e' ok che siamo allenati e che dobbiamo fare solo quello che ci siamo detti e soprattutto che e' una grande festa e dobbiamo godercela comunque vada.

Mi chiede : ma quello la' e' tutto il pubblico ? Io dico si' e vedrai quanto sara' piu' avanti.
Ci liberiamo degli abiti che han tenuto lontano il fresco di questa splendida giornata e le griglie si aprono per il cosiddetto compattamento, nel frattempo abbiamo visto dei simpatici personaggi in tutu' (rigorosamente uomini) e bestioline di tutti i generi!
Non sentiamo la partenza ma, piu' avanti vediamo che qualcuno inizia a correre. Viaaaa.
I primi km sono un po' lenti perche' c'e' molto traffico, usiamo i marciapiedi ma il pubblico enorme non facilita la cosa …. Ma quanto pubblico!! Tutti urlano e applaudono. Pazzesco.

Emozionante il riunirsi dei tre percorsi, che in un tratto corrono parallelamente, ci mettiamo un po' a trovare strada libera e poi impostiamo il ritmo che abbiamo deciso.
Da buoni maratoneti abbiamo in testa un passaggio alla mezza e quindi proviamo a starci, anche se siamo in ritardo per via del traffico iniziale. Io tengo i tempi sul miglio e Lei sui km.

Ma non e' giornata, vedo i tempi sul miglio dal decimo chilometro in poi e con la coda dell'occhio scruto la sua posizione e mi rendo conto che sara' dura, adesso il mio compito diventa piu' difficile. Dovro' essere scaltro nel gestire una situazione che conosco bene, ma siamo a Londra ed il pubblico rende tutto piu' semplice perche' non c'e' un metro di strada in cui uno possa pensare di fermarsi. Lei e' spettacolare, perche' la crisi c'e' e si vede ma tiene duro, sono contento che abbia gareggiato molto anche in condizioni fisiche difficili perche' questo ha forgiato il carattere duro e tenace. Mi godo l'incitamento del pubblico, leggo i cartelli, guardo le facce e intanto penso a come comportarmi quando la fatica sara' tanta e qualche volta chiedera' alle sue gambe di camminare. Ma anche qui ci si ferma per bere e poi via, passiamo sempre e dico sempre tra due ali di folla urlante, faccio fatica a sentire che mi dice mi fermo un po' altrimenti non arrivo, o forse lo ignoro!!

Le soste diventano un po' piu' lunghe, leggo grande fatica ma anche determinazione e la sensazione che comunque sia un divertimento.

Siamo nelle strade piu' conosciute e il pubblico (semmai fosse possibile) aumenta, io provo ad imbrogliarla aumentando leggermente la cadenza ma non ci casca, so per certo che ha fatto 4 conti ed ormai il tempo finale ha perso d'importanza, conta solo la finish line. Ci fermiamo a camminare intorno al 40esimo km per un po' e vediamo i sorrisi della gente e le urla, per loro sei un eroe, sei degno di nota e non puoi non accontentarli. In questi mesi passati a faticare ho sempre parlato delle sofferenze che questa signora ti regala dopo il 35esimo km, ma fino a quando non sei li' con i muscoli che urlano e con le gambe di piombo spinte solo dall'orgoglio di esserci fai fatica a pensarlo o ad immaginarlo.

Intorno a me vedo persone crampate che si devono fermare a 800m dalla finish line, scopriremo lunedi' che una ragazza di 30 anni inglese purtroppo e' morta al 41esimo km, cattiva questa signora.

Ed eccoci sul rettilineo finale, penso alle tante volte che ho tagliato quel traguardo. Ai tanti e diversi sentimenti che di volta in volta ho provato e ribalto tutto su Valeria e tento di scrutare la sua emozione (che solo chi prova conosce), le avevo promesso di dirle una cosa da fare proprio li' dopo l'ultima curva, cosa che non le ho rivelato nonostante le torture linguistiche subite nelle ultime settimane; una dedica che si fa a chi non c'e piu' da poco e che ci sara' sempre, che se fatta al momento giusto magari rimane anche immortalata dalle immagini anche se dal cuore non si toglie. E sorpresa mi trovo a parlare con un groppo alla gola, un misto di emozioni per una prima volta non mia! Ed eccoci li' dove volevamo essere, li' alla fine di un viaggio che inizio' tempo fa con un "vorrei fare una maratona" e che adesso diventa un luogo mistico dove sfogare ogni sentimento.

Non e' stato facile, quando mai lo e'?

Ma credo sia stata una esperienza indimenticabile, mi sono soffermato un secondo a pensare alla mia prima volta con la signora, era in autunno, era il 1994, era Venezia e dopo quella linea mi sono sentito piu' forte. Gli anni a venire mi hanno confermato questa sensazione e spero succeda la stessa cosa anche a questa donna caparbia a cui ho fatto da coach in questi mesi!
3h43'11"

Adriano