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HONOLULU: LA MARATONA TANTO SOGNATA by Lele&Lella

L'idea era maturata il 4 novembre 2007 al termine della maratona di New York, la prima per mia moglie, con la promessa, da parte mia, che a Honolulu avremmo corso insieme.

Il sogno si è concretizzato l'8 dicembre nel bel mezzo dei meravigliosi 15 gg trascorsi alle Hawaii (una meta impossibile che mi affascinava fin da fanciullo).

Partenza l'1 (già perché Lella, il sabato, non voleva perdersi l'Winter a Casorate), 28 ore tra voli e attese in aeroporti e ci ritroviamo proiettati nel cuore del Pacifico.

Turismo e relax a Big Island, poi, il 6 pomeriggio, volo su Honolulu. Siamo emozionati e timorosi quando ritiriamo i pettorali; ci rendiamo conto dell'incoscienza "senile" (ahimè) con cui andiamo ad affrontare una maratona. Io rotto e zoppicante (gli accertamenti in corso non hanno ancora esito …), Lella con un buon allenamento, ma per i 10 km.

Comunque lei è determinata, spera di correre sotto le 5 ore, io ho il timore di non riuscire a tenerle dietro, ma sicuro di portarla a termine fosse anche sui gomiti (qui non c'è limite di tempo e la metà dei partecipanti, praticamente quasi solo giapponesi, la fanno camminando: contenti loro …).

Domenica 8, ore 2.30 am; colazione, si fa per dire, in camera, due Enervit e un antidolorifico (sarà provvidenziale) nel taschino dei pantaloncini e via, in fila verso i bus che ci portano alla partenza già piena di gente festosa. Temperatura oltre i 25° con umidità, credo, sopra il 90%.

Alle 5 lo sparo, fuochi d'artificio e musica ci accompagnano nei primi passi; già perché correre è impossibile in mezzo ad una fiumana di 22500 persone. Dopo 12' e oltre passiamo la linea di partenza; il primo km in 7'10" facendo lo slalom, poi ritmo da 6'30".

Saltiamo il primo ristoro (ce ne sono ogni 2 miglia minimo ma solo acqua e gatorade) ma si suda molto e d'ora in poi non ne saltiamo più, anche se si perde molto tempo. Dopo i 10km cominciano i dolori all'inguine destro ma cerco di non pensarci; Lella al mio fianco corre bene anche se non la vedo molto 'in palla'. Sorge l'alba, la temperatura resta costante.

Al 18° ci fermiamo a dissetarci, il dolore aumenta, prendo l'Oki e proseguiamo. Anche Lella comincia ad avvertire qualche dolorino ma corre ancora bene, io zoppico. Alla 'mezza' transitiamo in 2h33', male, ma le cose peggiorano; Lella accusa dolore a un ginocchio così cominciamo a camminare (ma attorno a noi c'è un folla che cammina) e, salvo brevi tratti, sarà così fino alla fine.

L'antidolorifico fa effetto, comincio a star meglio e mi godo lo spettacolo; i giapponesi vestiti nei modi più improbabili (persino in abito da sposi) e gli spettatori che offrono dolci e frutta, musiche e balli, in cui mi butto anch'io, lungo la strada.

Gli ultimi km sono molto belli, tra ville e parchi sul mare; la strada è ora in discesa, riprendiamo a correre, incito Lella ma ora anche l'altro ginocchio cede e deve, a malincuore, desistere.

Ma la meta è vicina, corriamo insieme gli ultimi 500 m e tagliamo il traguardo felici.

Collana e medaglia al collo, foto ricordo, in canotta giallo-nera, stampateci al momento (che organizzazione!) e un po' di ristoro prima di ritirare la bella T-shirt di Finisher.

Qualche rimpianto ma … "il 'tempo' lo faremo alla prossima" mi dice subito Lella. Così dopo la doccia e un'oretta di riposo, siamo già in giro a fare shopping.

Lele&Lella Balzarini