ABBIGLIAM.
ARCHIVIO
BACHECA
CALENDARI
CLASSIFICHE
MODULISTICA
NS. ATLETI
LINK UTILI
Home Page

23/4 ORNA TRAIL... PERCHE'?

PERCHÉ?
Un comico napoletano usa come ritornello ricorrente dei suoi monologhi la battuta:
<<La domanda non è "chi è?", la domanda è "perché?">>…
E "perché?" è stato anche il "lietmotiv" di tutto il viaggio di andata e sino a poco prima della partenza. Robertino (Muraro) e io (molto più di lui) si continuava a ripetercelo.
All'inizio c'era una sola risposta: curiosità. Diversi amici conosciuti in questi due anni di corse mi hanno parlato benissimo dei trail (a proposito, è di trail che sto parlando…): dello spirito, dei paesaggi, del clima completamente diverso dalle consuete corse su strada.
Un primo assaggio l'avevo fatto l'anno scorso alla Tre Campanili (mezza maratona in montagna, nel Bresciano) e per quest'anno, sfruttando la recente preparazione per le maratone (almeno a livello di resistenza fisica) ho approfittato della proposta di Robertino: OrnaTrail, poco più di 34Km con un dislivello "interessante" (2400m D+). Offerta irrinunciabile: viaggio in compagnia e suo supporto tecnico lungo tutto il percorso.
E quindi ci siamo ritrovati sul luogo della partenza… ma la domanda "perché?" continuava a ripetersi nella mia mente.
Pioveva, era umido e bisognava salire sino a circa 1200m… "va beh, almeno ci avrò provato" mi sono detto…
E poi…
poi sono iniziati ad arrivare gli altri partecipanti. Una festa nella festa, gente che si rivedeva, che si raccontava le esperienze passate… qualcuno che descriveva il percorso come fosse una passeggiata sotto casa, quasi da convincere anche me che fosse davvero una passeggiata… ma tutti sereni, tranquilli, gioviali…
E allora, cappellino, zainetto da trail, una borraccia, qualche gel e… partenza!

Come detto, fortunatamente oggi aggiungerei, Robertino ha accettato di correrla insieme e sin dalle prime battute i suoi consigli sono stati utilissimi. Partiamo calmi, non ci facciamo prendere dalla "gamba" che pare girare bene. I primi 5Km (più o meno, perché poi ho tenuto in poca considerazione gps e cronometro, non servivano) si correvano, in salita, ma davvero bene. E poi è iniziata la Salita, quella con la "S" maiuscola e quindi il Coach s'è messo a camminare, testa bassa, corpo piegato in avanti e passi lunghi. Io l'ho seguito a ruota. Ogni tanto accennavamo dei passi di corsa, giusto per non raffreddare troppo i muscoli.

E mano a mano che si saliva lo scenario si faceva sempre più emozionante. In qualche maratona mi sono lamentato che non ci fosse gente lungo il percoso, che mancava l'incitamento: ieri, se si incontrava qualcuno, accadeva ogni 10/20 minuti, tutti salutavano cordialmente ed incitavano. Eppure, per la natura che ti circondava, pareva quasi superflua l'esistenza del genere umano. Sottofondo di cascate e sorgenti sempre… versi di animali sconosciuti (intendo a Roberto e me ovviamente: una volta stavamo litigando se il verso appena udito potesse essere di un maiale selvatico o di un avvoltoio… cioè: il National Geographic Channel è sprecato per noi due!), passaggi che io ho definito da "psicopatici" (verso la fine c'è stato anche l'attraversamento di ruscello in equilibrio su tronco con l'aiuto di una fune d'acciaio… ma si può???).

Ritornando all'aspetto tecnico: quando iniziavano le discese, quelle serie, allora perdevo tantissimo, come dicevo a Roberto aveva la meglio in me il mio "istinto di sopravvivenza". Tre o quattro volte mi sono "seduto" per terra, ma fortunatamente senza mai riportare infortuni. E qui un immenso grazie a Robertino: avrebbe potuto andarsene in discesa, abbassando il suo tempo finale di un quarto d'ora (se non di più) abbondante, ed invece ogni volta lo trovavo che si fermava per aspettarmi. Sì, perché sino alla fine, avrei comunque avuto bisogno dei suoi consigli… uno splendido compagno di squadra, ma soprattutto un vero amico!

E così, tra durezza delle salite (per quanto potessimo essere in alto, se alzavi la testa c'era sempre qualcuno più in alto di te che continuava a salire!) e tecnicità delle discese, le ore sono trascorse. Senza che me ne accorgessi. Non avrei mai immaginato di potere trascorrere tanto tempo in "ballo" senza accusare stanchezza "mentale". Il paesaggio rapiva sempre e comunque l'attenzione e quando il meteo è iniziato a volgere al sereno/bello, diradando nuvole e foschie, sotto si apriva uno squarcio di paradiso sui laghi di Mergozzo e Maggiore (peccato non avere avuto una macchina fotografica con me, sarebbe venute delle foto che da sole valevano un "perché").

E quindi, tra ricchi ristori (ultimo anche un sorso di birra) ci siamo avviati, col sole, verso il traguardo. E così ci siamo ritrovati a tagliare il traguardo insieme (solo per un problema col chip a Robertino sono stati accreditati dei secondi in più rispetto al mio tempo).

Dopo un primo ristoro con tanta frutta (addirittura ananas!) c'è stato il buffet… cioè: se volete provare un trail, l'anno prossimo segnatevi l'OrnaTrail, organizzato in modo spettacolare e alla fine non si va a casa con l'appetito!
Tecnicamente: ho provato a descrivere alla lontana salite e discese. Non ho parlato di tempi, passi e piazzamenti. Sarebbe stato come insultare tutto ciò che ho provato, vissuto lungo questo viaggio chiamato OrnaTrail.

E quindi, oggi, sono ancora a chiedermi "perché"…, ma non "perché" ieri ho affrontato il mio primo trail, mi chiedo "perché" ho intenzione di correrne ancora. Le risposte? Cioè, non avete letto niente tra le righe?!

Giuseppe Digesto

Per la cronaca entrambi si sono classificati al 71° e 72° posto nella gara lunga di 34km (su 132 classificati) in 5h07.38, QUI tutti i risultati. GRAZIE RAGAZZI PER AVERCI RAPPRESENTATO ANCHE IN QUESTO BEL TRAIL, SIAMO ORGOGLIOSI DI VOI!