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STRALIVIGNO: PERCHE' SE NON PROVI...

Livigno, 23 Luglio 2016 - Per questa 17° edizione della corsa che si svolge nella valle intorno la rinomata località, l'Atletica Casorate schierava 5 atleti: Antonio Borona, Antonio Caruso, Roberto Galli, Stefano Monti e Giuseppe Digesto (ovvero io…).

Il "Borona" è stata una piacevole conoscenza: trovato sul posto, ha una casa nel paesino dove trascorre parte delle vacanze il nostro Roberto. Si è rivelato di ottima compagnia a tavola (ma quanto abbiamo mangiato!!!) e di notevole spirito da Runner. Non quello spirito che affonda le radici nella ricerca maniacale del tempo da migliorare e del confronto con gli altri. Di quello spirito fatto di determinazione, che spinge a portare a compimento le sfide con te stesso, in barba a tutti. Sì perché, tra il dire e il fare, c'è sempre chi critica e sbeffeggia il prossimo stando seduto comodo sulla propria poltrona senza poi iniziare mai nulla. Perché se non provi…

E poi c'era il sempre impegnato Antonio (Caruso). Per preparare al meglio la mezza di Parma, tra i suoi tantissimi impegni, sta tentando di mettere chilometri nelle gambe, e questa mezza era un'ottima occasione: "base" offerta da Galli, percorso impegnativo ed allenante, e poi provare una corsa simil-trail (anche se per me è stata più vicina a un cross, ma poi mi spiegherò meglio). Non scoraggiato affatto dalla distanza, dalle asperità del percorso e dalle leggera pioggia battente caduta sino a pochi minuti dopo la partenza che ha reso il tratto boschivo ancora più impervio e scivoloso. Perché se non provi…
Altro componente era l'inossidabile Stefano. Anche lui a corto di preparazione in questi mesi, più amante delle corse su strada, dove bisogna tenere il proprio passo dall'inizio alla fine e macinar chilometri. Ingaggiato per la spedizione pochi giorni prima, causa forfait di una delle nostre punte di diamante (in bocca al lupo per il nuovo lavoro Stefano!!!), anche lui non si è tirato indietro. Perché se non provi…

E infine il mitico Roberto. Ideatore e trascinatore di questa "spedizione", coinvolgendo me e gli altri, mettendo a disposizione la sua casa, la sua auto, la sua pazienza e le sue conoscenze dei luoghi (soprattutto di dove andare a mangiare e bere). Purtroppo anche lui ha avuto noie in queste ultime settimane con un disturbo alla coscia destra che ne ha limitato la preparazione, si è presentato all'appuntamento a corto di chilometri. Ma determinato a partire e terminare la gara. Perché se non provi…

E così dopo un piacevole viaggio in compagnia dove ho avuto modo di conoscere meglio i miei amici di avventura, una buonissima cena frugale dove ho potuto finalmente mangiare la vera bresaola valtellinese, una partita a calciobalilla (ma quanti anni che non ci giocavo) e una stupenda passeggiata tra i sentieri di Rogorbello (che ha anche una cascatella tutta sua!), il sabato mattina ci siamo avviato verso Livigno. Il tempo non era dei migliori: come anticipato c'era una sottile pioggia, di quelle che danno l'impressione di non esaurirsi mai. Pioggia che entrava nelle ossa e che mi ha infreddolito abbastanza.
Siamo giunti a Livigno passando dal paese dei fenomeni (Trepalle ndr, "Roberto ti ho rubato la battuta") facendo la strada dal versante italiano.
Dall'organizzazione sono davvero rimasto colpito: certo, giungere alla diciassettesima edizione consente di avere rodato e affinato i vari meccanismi: mobilità, parcheggi, location con spogliatoi, armadietti e docce (caldissime), ristori. Da prima impressione a un ameno come me sembrava tutto "piccolo" e sottodimensionato, ma alla fine tutto ha funzionato, come dire, "abbondantemente".

E veniamo alla parte tecnica. Partenza in piano, subito si prende la ciclabile. Sei chilometri e passa di corsa su asfalto con leggera pendenza in salita. Strappo e poi, secondo me, inizia la parte "cross": tratto di bosco fatto di continui cambi di pendenza, con saliscendi e tratti resi leggermente scivolosi dalla pioggia che è smessa solo poco dopo la partenza. Si va avanti sino al 10° chilometro, dove si scende e si riattraversa la valle, per andare sull'altra costa. Di nuovo in salita (siamo intorno al 12° Km) e si prosegue con un altro tratto "cross" sino quasi al 18° Km (con un bello strappo verso l'alto intorno al Km 14 che è stato un po' l'incubo di tutti noi: una volta che ci siamo riuniti dopo il traguardo lo abbiamo "nominato" tutti).
E poi gli ultimi chilometri in picchiata verso il traguardo dove ad attenderci c'era anche uno splendido sprazzo di sole che illuminava la valle.
E nonostante la pioggia, il fango e le zone difficilmente raggiungibili non è mai mancato il calore delle persone. Tutti incitavano ognuno di noi, sforzandosi di leggere i nomi sui pettorali per rendere il tifo ancora più trascinante. Ad ogni ristoro e spugnaggio c'era la ressa dei ragazzi per porgerti l'acqua e i sali: ti dispiaceva quasi farti "servire" da uno piuttosto che dall'altro. E c'erano anche i bimbini: quelli con le manine che tendono il "cinque" e che se li assecondi ti aprono un sorriso che è mille volte meglio di un gel energetico!
Ognuno di noi ha dato il massimo. Ognuno di noi ha tagliato il traguardo del proprio obiettivo. Ognuno di noi sa se ripeterà esperienze simili.
Sì, perché ognuno di noi ha provato e ora sa.
P.S.: da una foto scattata a fine gara poi ora so anche un'altra cosa… sono il più basso del gruppo!!!

Risultati "assoluti" (QUI le classifiche):
Giuseppe 1h38'00", 91°
Roberto 1h44'38", 168°
Antonio C. 2h15'06", 559°
Stefano 2h45'24", 660°
Antonio B. 3h22'07", 673°