Come
succede per le grandi maratone il ritiro pettorale
e' molto decentrato e per arrivarci ci vuole
un bel viaggetto, gli spazi sono enormi ed il
ritiro pettorale e' una banalita' (30 secondi
inclusi gli auguri e le spiegazioni della signora),
il CHIP e' una specie di tavoletta (avete presente
quella che si mette nelle zanzariere, solo un
pelo piu' grande) che si fissa alla scarpa con
due pezzi di nastrino che chi fa le gare di
triathlon/duathlon o bici conosce bene.
Adidas
sponsor ufficiale della manifestazione offre
uno stand gigantesco e trattenere Valeria dall'acquisto
compulsivo non e' semplice!! Solito brulicare
di anime all'expo e tra queste incontro l'amico
Stefano Luciani forte runner e duathleta del
novarese invitato da adidas in quanto negoziante
che spende.
Espletato
il primo step ci concediamo alla city molto
volentieri perche' Londra merita sempre. Cena
presto alla sera, niente pasta party ma piatto
di spaghetti in uno dei tanti ristoranti italiani
e via nanna presto con sveglia organizzata per
le 5:30.
Ed
eccoci al D-Day, sono emozionato quando scendiamo
dal bus Terramia nel grande pratone che ospita
le partenze. Valeria non sembra tesa, il prato
e' ancora vuoto siamo tra i primi ad arrivare,
ma confessera' poi uscendo dal tendone che ci
ospitera' per un po' di relax che la tensione
e' salita.
Che
bello migliaia di persone che arrivano alla
spicciolata, ognuno sceglie un angolo di tenda
o di prato per effettuare i riti del pre-gara.
Andiamo a vedere la logistica, bagni, partenza,
camion per la sacca etc
. Prima sorpresa:
urinatoio femminile, per quanto mi riguarda
mai visto prima, di cui lascero' raccontare
a Valeria se scrivera' qualcosa come credo.
Anche quello maschile e' diverso da NewYork
per esempio quindi niente canaletta in leggera
pendenza, ma cose verdi stile autogrill ma in
plastica e crema per lavarsi le mani in uscita.
Bagni chimici a perdita d'occhio.
Andiamo
a vedere il nostro settore : partenza blu griglia
4 su 9.
La tensione sale, sono emozionato Io per Lei,
lo start di una grande maratona e' qualcosa
che ci si ricorda per molto tempo; sei li' in
mezzo a persone che arrivano da tutto il mondo
ognuno con le sue aspirazioni, ognuno con il
suo modo di interpretare la corsa e la vita
perche' no. Il mio compito e' rasserenare questo
momento, dire che tutto e' ok che siamo allenati
e che dobbiamo fare solo quello che ci siamo
detti e soprattutto che e' una grande festa
e dobbiamo godercela comunque vada.
Mi
chiede : ma quello la' e' tutto il pubblico
? Io dico si' e vedrai quanto sara' piu'
avanti.
Ci liberiamo degli abiti che han tenuto lontano
il fresco di questa splendida giornata e le
griglie si aprono per il cosiddetto compattamento,
nel frattempo abbiamo visto dei simpatici personaggi
in tutu' (rigorosamente uomini) e bestioline
di tutti i generi!
Non sentiamo la partenza ma, piu' avanti vediamo
che qualcuno inizia a correre. Viaaaa.
I primi km sono un po' lenti perche' c'e' molto
traffico, usiamo i marciapiedi ma il pubblico
enorme non facilita la cosa
. Ma quanto
pubblico!! Tutti urlano e applaudono. Pazzesco.
Emozionante
il riunirsi dei tre percorsi, che in un tratto
corrono parallelamente, ci mettiamo un po' a
trovare strada libera e poi impostiamo il ritmo
che abbiamo deciso.
Da buoni maratoneti abbiamo in testa un passaggio
alla mezza e quindi proviamo a starci, anche
se siamo in ritardo per via del traffico iniziale.
Io tengo i tempi sul miglio e Lei sui km.
Ma
non e' giornata, vedo i tempi sul miglio dal
decimo chilometro in poi e con la coda dell'occhio
scruto la sua posizione e mi rendo conto che
sara' dura, adesso il mio compito diventa piu'
difficile. Dovro' essere scaltro nel gestire
una situazione che conosco bene, ma siamo a
Londra ed il pubblico rende tutto piu' semplice
perche' non c'e' un metro di strada in cui uno
possa pensare di fermarsi. Lei e' spettacolare,
perche' la crisi c'e' e si vede ma tiene duro,
sono contento che abbia gareggiato molto anche
in condizioni fisiche difficili perche' questo
ha forgiato il carattere duro e tenace. Mi godo
l'incitamento del pubblico, leggo i cartelli,
guardo le facce e intanto penso a come comportarmi
quando la fatica sara' tanta e qualche volta
chiedera' alle sue gambe di camminare. Ma anche
qui ci si ferma per bere e poi via, passiamo
sempre e dico sempre tra due ali di folla urlante,
faccio fatica a sentire che mi dice mi fermo
un po' altrimenti non arrivo, o forse lo ignoro!!
Le
soste diventano un po' piu' lunghe, leggo grande
fatica ma anche determinazione e la sensazione
che comunque sia un divertimento.
Siamo
nelle strade piu' conosciute e il pubblico (semmai
fosse possibile) aumenta, io provo ad imbrogliarla
aumentando leggermente la cadenza ma non ci
casca, so per certo che ha fatto 4 conti ed
ormai il tempo finale ha perso d'importanza,
conta solo la finish line. Ci fermiamo a camminare
intorno al 40esimo km per un po' e vediamo i
sorrisi della gente e le urla, per loro sei
un eroe, sei degno di nota e non puoi non accontentarli.
In questi mesi passati a faticare ho sempre
parlato delle sofferenze che questa signora
ti regala dopo il 35esimo km, ma fino a quando
non sei li' con i muscoli che urlano e con le
gambe di piombo spinte solo dall'orgoglio di
esserci fai fatica a pensarlo o ad immaginarlo.
Intorno
a me vedo persone crampate che si devono fermare
a 800m dalla finish line, scopriremo lunedi'
che una ragazza di 30 anni inglese purtroppo
e' morta al 41esimo km, cattiva questa signora.
Ed
eccoci sul rettilineo finale, penso alle tante
volte che ho tagliato quel traguardo. Ai tanti
e diversi sentimenti che di volta in volta ho
provato e ribalto tutto su Valeria e tento di
scrutare la sua emozione (che solo chi prova
conosce), le avevo promesso di dirle una cosa
da fare proprio li' dopo l'ultima curva, cosa
che non le ho rivelato nonostante le torture
linguistiche subite nelle ultime settimane;
una dedica che si fa a chi non c'e piu' da poco
e che ci sara' sempre, che se fatta al momento
giusto magari rimane anche immortalata dalle
immagini anche se dal cuore non si toglie. E
sorpresa mi trovo a parlare con un groppo alla
gola, un misto di emozioni per una prima volta
non mia! Ed eccoci li' dove volevamo essere,
li' alla fine di un viaggio che inizio' tempo
fa con un "vorrei fare una maratona"
e che adesso diventa un luogo mistico dove sfogare
ogni sentimento.
Non
e' stato facile, quando mai lo e'?
Ma
credo sia stata una esperienza indimenticabile,
mi sono soffermato un secondo a pensare alla
mia prima volta con la signora, era in autunno,
era il 1994, era Venezia e dopo quella linea
mi sono sentito piu' forte. Gli anni a venire
mi hanno confermato questa sensazione e spero
succeda la stessa cosa anche a questa donna
caparbia a cui ho fatto da coach in questi mesi!
3h43'11"
Adriano