Ho
cominciato a correre relativamente tardi e quando
vivevo già da sola lontana da casa. Così,
da qualche tempo, quando il programma è
passare il fine settimana in Umbria, sbircio
sempre le gare locali che sono molte meno di
quelle lombarde ma tutte degne di essere corse.
Domenica è stata la volta della XVI edizione
della Corrigubbio, una mezza maratona
che si snoda nelle campagne eugubine, proprio
a ridosso della città dei matti
forse
ecco perché mi sono sentita subito a
casa!!
La
manifestazione richiama podisti anche dalle
regioni limitrofe e l'emozione e i gesti sono
quelli che vedo ogni domenica, anche se, per
una volta, non conosco nessuno (o quasi). La
partenza è alle 9.30, ma da noi è
tradizione far benedire la gara così
il vescovo di nero vestito ci intrattiene un
buon quarto d'ora e il mio (poco) riscaldamento
va a farsi
benedire anche lui!
Tutti
intruppati come soldatini di piombo si parte:
giro di lancio intorno alle mura cittadine e
poi tutti verso il sud della città dove
si snoderà gran parte del percorso. Io
amo i percorsi movimentati, quindi, in questo
caso, devo armarmi di una gran pazienza per
affrontare rettilinei infiniti e curve a gomito.
Le stradine che attraversiamo sono prettamente
campagnole, a volte vere e proprie mulattiere
che immettono tra campi rigogliosi e poderi
che sanno di antico.
Comincia
a far caldo e io ne risento un po'. Verso il
10°km mi supera una ragazza che va a ricongiungersi
ad un altro gruppetto. Capisco che è
il treno giusto e cerco di adeguarmi alla loro
andatura. Mi sento bene e comincio, stranamente
a spingere, tant'è che l'altra podista
mi lascia sfilare via. Mi convinco a non strafare
perché manca ancora metà gara
e so che dal 14° km cominceranno le salite.
E, infatti, puntuali, vedo all'orizzone alcune
collinette: non sono insormontabili, ma con
27°C (il 21 ottobre!) e le gambe dure sembrano
veramente cime tempestose!
Le
salite mi stimolano e al grido di "sali,
suda e rassoda" dò il meglio di
me e continuo ad avere fiducia in un crono finale
positivo anche perché passo il 14°km
in 1h12' quando di solito lo faccio in 1h20'.
Al 18° km, ahimè, ho un brusco calo
di zuccheri a causa del caldo così rallento
il passo e cerco di tirare i remi in barca anche
perché di stramazzare in mezzo ai filari
d'uva non mi garba tanto.
Piano
piano mi sorpassano le 2 ragazze a cui, involontariamente,
ho fatto l'andatura fino a quel momento. In
un moto d'orgoglio mi rimetto a correre per
benino (credo!) e comincio a sentire la voce
dello speaker che incita chi sta arrivando.
Chiudo in 1h54', un bel po' delusa, ma tanto
contenta per aver ricominciato a correre le
lunghe distanze, perché si sa, quando
si diventa mamma non è più come
prima (anche se a me piace pensare che un figlio
sia una scusante, ma mai una scusa).
Mi
verrebbe da piangere, ma rido come una matta
quando scopro che chi mi aspetta al traguardo
non si è nemmeno accorto del mio arrivo.
Diciamo che la patente da matto che gli hanno
rilasciato a Gubbio non è stata casuale.
Mi godo un lauto ristoro e un ottimo pacco gara
e me ne torno da chi mi accoglie sempre come
l'unica vincitrice.
Dimenticavo:
iscrizione, pettorale, chip, docce, spogliatoio,
ristoro dolce e salato fatto in casa, pacco
gara con olio vino torta di Gubbio caffè
pasta biscotti e succhi di frutta: 12€
(10€ se mi iscrivevo nei giorni precedenti
la gara). Che dite, si può fare?!
Federica