Partenza
l'1 (già perché Lella, il sabato,
non voleva perdersi l'Winter a Casorate), 28
ore tra voli e attese in aeroporti e ci ritroviamo
proiettati nel cuore del Pacifico.
Turismo
e relax a Big Island, poi, il 6 pomeriggio,
volo su Honolulu. Siamo emozionati e timorosi
quando ritiriamo i pettorali; ci rendiamo conto
dell'incoscienza "senile" (ahimè)
con cui andiamo ad affrontare una maratona.
Io rotto e zoppicante (gli accertamenti in corso
non hanno ancora esito
), Lella con un
buon allenamento, ma per i 10 km.
Comunque
lei è determinata, spera di correre sotto
le 5 ore, io ho il timore di non riuscire a
tenerle dietro, ma sicuro di portarla a termine
fosse anche sui gomiti (qui non c'è limite
di tempo e la metà dei partecipanti,
praticamente quasi solo giapponesi, la fanno
camminando: contenti loro
).
Domenica
8, ore 2.30 am; colazione, si fa per dire, in
camera, due Enervit e un antidolorifico (sarà
provvidenziale) nel taschino dei pantaloncini
e via, in fila verso i bus che ci portano alla
partenza già piena di gente festosa.
Temperatura oltre i 25° con umidità,
credo, sopra il 90%.
Alle
5 lo sparo, fuochi d'artificio e musica ci accompagnano
nei primi passi; già perché correre
è impossibile in mezzo ad una fiumana
di 22500 persone. Dopo 12' e oltre passiamo
la linea di partenza; il primo km in 7'10"
facendo lo slalom, poi ritmo da 6'30".
Saltiamo
il primo ristoro (ce ne sono ogni 2 miglia minimo
ma solo acqua e gatorade) ma si suda molto e
d'ora in poi non ne saltiamo più, anche
se si perde molto tempo. Dopo i 10km cominciano
i dolori all'inguine destro ma cerco di non
pensarci; Lella al mio fianco corre bene anche
se non la vedo molto 'in palla'. Sorge l'alba,
la temperatura resta costante.
Al
18° ci fermiamo a dissetarci, il dolore
aumenta, prendo l'Oki e proseguiamo. Anche Lella
comincia ad avvertire qualche dolorino ma corre
ancora bene, io zoppico. Alla 'mezza' transitiamo
in 2h33', male, ma le cose peggiorano; Lella
accusa dolore a un ginocchio così cominciamo
a camminare (ma attorno a noi c'è un
folla che cammina) e, salvo brevi tratti, sarà
così fino alla fine.
L'antidolorifico
fa effetto, comincio a star meglio e mi godo
lo spettacolo; i giapponesi vestiti nei modi
più improbabili (persino in abito da
sposi) e gli spettatori che offrono dolci e
frutta, musiche e balli, in cui mi butto anch'io,
lungo la strada.
Gli
ultimi km sono molto belli, tra ville e parchi
sul mare; la strada è ora in discesa,
riprendiamo a correre, incito Lella ma ora anche
l'altro ginocchio cede e deve, a malincuore,
desistere.