Come
detto, fortunatamente oggi aggiungerei, Robertino
ha accettato di correrla insieme e sin dalle
prime battute i suoi consigli sono stati utilissimi.
Partiamo calmi, non ci facciamo prendere dalla
"gamba" che pare girare bene. I primi
5Km (più o meno, perché poi ho
tenuto in poca considerazione gps e cronometro,
non servivano) si correvano, in salita, ma davvero
bene. E poi è iniziata la Salita, quella
con la "S" maiuscola e quindi il Coach
s'è messo a camminare, testa bassa, corpo
piegato in avanti e passi lunghi. Io l'ho seguito
a ruota. Ogni tanto accennavamo dei passi di
corsa, giusto per non raffreddare troppo i muscoli.
E
mano a mano che si saliva lo scenario si faceva
sempre più emozionante. In qualche maratona
mi sono lamentato che non ci fosse gente lungo
il percoso, che mancava l'incitamento: ieri,
se si incontrava qualcuno, accadeva ogni 10/20
minuti, tutti salutavano cordialmente ed incitavano.
Eppure, per la natura che ti circondava, pareva
quasi superflua l'esistenza del genere umano.
Sottofondo di cascate e sorgenti sempre
versi di animali sconosciuti (intendo a Roberto
e me ovviamente: una volta stavamo litigando
se il verso appena udito potesse essere di un
maiale selvatico o di un avvoltoio
cioè:
il National Geographic Channel è sprecato
per noi due!), passaggi che io ho definito da
"psicopatici" (verso la fine c'è
stato anche l'attraversamento di ruscello in
equilibrio su tronco con l'aiuto di una fune
d'acciaio
ma si può???).
Ritornando
all'aspetto tecnico: quando iniziavano le discese,
quelle serie, allora perdevo tantissimo, come
dicevo a Roberto aveva la meglio in me il mio
"istinto di sopravvivenza". Tre o
quattro volte mi sono "seduto" per
terra, ma fortunatamente senza mai riportare
infortuni. E qui un immenso grazie a Robertino:
avrebbe potuto andarsene in discesa, abbassando
il suo tempo finale di un quarto d'ora (se non
di più) abbondante, ed invece ogni volta
lo trovavo che si fermava per aspettarmi. Sì,
perché sino alla fine, avrei comunque
avuto bisogno dei suoi consigli
uno splendido
compagno di squadra, ma soprattutto un vero
amico!
E
così, tra durezza delle salite (per quanto
potessimo essere in alto, se alzavi la testa
c'era sempre qualcuno più in alto di
te che continuava a salire!) e tecnicità
delle discese, le ore sono trascorse. Senza
che me ne accorgessi. Non avrei mai immaginato
di potere trascorrere tanto tempo in "ballo"
senza accusare stanchezza "mentale".
Il paesaggio rapiva sempre e comunque l'attenzione
e quando il meteo è iniziato a volgere
al sereno/bello, diradando nuvole e foschie,
sotto si apriva uno squarcio di paradiso sui
laghi di Mergozzo e Maggiore (peccato non avere
avuto una macchina fotografica con me, sarebbe
venute delle foto che da sole valevano un "perché").
E
quindi, tra ricchi ristori (ultimo anche un
sorso di birra) ci siamo avviati, col sole,
verso il traguardo. E così ci siamo ritrovati
a tagliare il traguardo insieme (solo per un
problema col chip a Robertino sono stati accreditati
dei secondi in più rispetto al mio tempo).
Dopo
un primo ristoro con tanta frutta (addirittura
ananas!) c'è stato il buffet
cioè:
se volete provare un trail, l'anno prossimo
segnatevi l'OrnaTrail, organizzato in modo spettacolare
e alla fine non si va a casa con l'appetito!
Tecnicamente: ho provato a descrivere alla lontana
salite e discese. Non ho parlato di tempi, passi
e piazzamenti. Sarebbe stato come insultare
tutto ciò che ho provato, vissuto lungo
questo viaggio chiamato OrnaTrail.
E
quindi, oggi, sono ancora a chiedermi "perché"
,
ma non "perché" ieri ho affrontato
il mio primo trail, mi chiedo "perché"
ho intenzione di correrne ancora. Le risposte?
Cioè, non avete letto niente tra le righe?!
Giuseppe
Digesto
Per
la cronaca entrambi si sono classificati al
71° e 72° posto nella gara lunga di
34km (su 132 classificati) in 5h07.38, QUI
tutti i risultati. GRAZIE
RAGAZZI PER AVERCI RAPPRESENTATO ANCHE IN QUESTO
BEL TRAIL, SIAMO ORGOGLIOSI DI VOI!