E
poi c'era il sempre impegnato Antonio (Caruso).
Per preparare al meglio la mezza di Parma, tra
i suoi tantissimi impegni, sta tentando di mettere
chilometri nelle gambe, e questa mezza era un'ottima
occasione: "base" offerta da Galli,
percorso impegnativo ed allenante, e poi provare
una corsa simil-trail (anche se per me è
stata più vicina a un cross, ma poi mi
spiegherò meglio). Non scoraggiato affatto
dalla distanza, dalle asperità del percorso
e dalle leggera pioggia battente caduta sino
a pochi minuti dopo la partenza che ha reso
il tratto boschivo ancora più impervio
e scivoloso. Perché se non provi
Altro componente era l'inossidabile Stefano.
Anche lui a corto di preparazione in questi
mesi, più amante delle corse su strada,
dove bisogna tenere il proprio passo dall'inizio
alla fine e macinar chilometri. Ingaggiato per
la spedizione pochi giorni prima, causa forfait
di una delle nostre punte di diamante (in bocca
al lupo per il nuovo lavoro Stefano!!!), anche
lui non si è tirato indietro. Perché
se non provi
E
infine il mitico Roberto. Ideatore e trascinatore
di questa "spedizione", coinvolgendo
me e gli altri, mettendo a disposizione la sua
casa, la sua auto, la sua pazienza e le sue
conoscenze dei luoghi (soprattutto di dove andare
a mangiare e bere). Purtroppo anche lui ha avuto
noie in queste ultime settimane con un disturbo
alla coscia destra che ne ha limitato la preparazione,
si è presentato all'appuntamento a corto
di chilometri. Ma determinato a partire e terminare
la gara. Perché se non provi
E
così dopo un piacevole viaggio in compagnia
dove ho avuto modo di conoscere meglio i miei
amici di avventura, una buonissima cena frugale
dove ho potuto finalmente mangiare la vera bresaola
valtellinese, una partita a calciobalilla (ma
quanti anni che non ci giocavo) e una stupenda
passeggiata tra i sentieri di Rogorbello (che
ha anche una cascatella tutta sua!), il sabato
mattina ci siamo avviato verso Livigno. Il tempo
non era dei migliori: come anticipato c'era
una sottile pioggia, di quelle che danno l'impressione
di non esaurirsi mai. Pioggia che entrava nelle
ossa e che mi ha infreddolito abbastanza.
Siamo giunti a Livigno passando dal paese dei
fenomeni (Trepalle ndr, "Roberto ti ho
rubato la battuta") facendo la strada dal
versante italiano.
Dall'organizzazione sono davvero rimasto colpito:
certo, giungere alla diciassettesima edizione
consente di avere rodato e affinato i vari meccanismi:
mobilità, parcheggi, location con spogliatoi,
armadietti e docce (caldissime), ristori. Da
prima impressione a un ameno come me sembrava
tutto "piccolo" e sottodimensionato,
ma alla fine tutto ha funzionato, come dire,
"abbondantemente".
E
veniamo alla parte tecnica. Partenza in piano,
subito si prende la ciclabile. Sei chilometri
e passa di corsa su asfalto con leggera pendenza
in salita. Strappo e poi, secondo me, inizia
la parte "cross": tratto di bosco
fatto di continui cambi di pendenza, con saliscendi
e tratti resi leggermente scivolosi dalla pioggia
che è smessa solo poco dopo la partenza.
Si va avanti sino al 10° chilometro, dove
si scende e si riattraversa la valle, per andare
sull'altra costa. Di nuovo in salita (siamo
intorno al 12° Km) e si prosegue con un
altro tratto "cross" sino quasi al
18° Km (con un bello strappo verso l'alto
intorno al Km 14 che è stato un po' l'incubo
di tutti noi: una volta che ci siamo riuniti
dopo il traguardo lo abbiamo "nominato"
tutti).
E
poi gli ultimi chilometri in picchiata verso
il traguardo dove ad attenderci c'era anche
uno splendido sprazzo di sole che illuminava
la valle.
E nonostante la pioggia, il fango e le zone
difficilmente raggiungibili non è mai
mancato il calore delle persone. Tutti incitavano
ognuno di noi, sforzandosi di leggere i nomi
sui pettorali per rendere il tifo ancora più
trascinante. Ad ogni ristoro e spugnaggio c'era
la ressa dei ragazzi per porgerti l'acqua e
i sali: ti dispiaceva quasi farti "servire"
da uno piuttosto che dall'altro. E c'erano anche
i bimbini: quelli con le manine che tendono
il "cinque" e che se li assecondi
ti aprono un sorriso che è mille volte
meglio di un gel energetico!
Ognuno di noi ha dato il massimo. Ognuno di
noi ha tagliato il traguardo del proprio obiettivo.
Ognuno di noi sa se ripeterà esperienze
simili.
Sì, perché ognuno di noi ha provato
e ora sa.
P.S.: da una foto scattata a fine gara poi ora
so anche un'altra cosa
sono il più
basso del gruppo!!!
Risultati
"assoluti" (QUI
le classifiche):
Giuseppe 1h38'00",
91°
Roberto 1h44'38", 168°
Antonio C. 2h15'06", 559°
Stefano 2h45'24", 660°
Antonio B. 3h22'07", 673°